Ultimo lembo degli antichi possedimenti tra i fiumi Era e Cecina, la tenuta comprende la villa ed il borgo ed è immersa in una vera e propria oasi di pace incastonata tra valli che formano un mare di colline che si perdono fino a lambire il mare: paesaggi emozionanti dall qualità ambientale e paesaggistica tra le più alte dell’intera Toscana.
La planimetria riportata nel catasto Leopoldino della prima metà dell’ottocento, indica un grosso edificio a blocco rettangolare con asse perpendicolare alla facciata rivolta verso sud ovest, probabilmente riferibile alla sistemazione del resede a giardino. Sebbene la villa fosse già stata ristrutturata nel corso dei due secoli precedenti, non era ancora realizzato il consistente ampliamento che oggi restituisce un imponente edificio a corte, sopraelevato di un piano rispetto alla descrizione del 1778.
Pietro Emilio De Rochefort, imprenditore di origini francesi, ridefinì l’impianto architettonico dell’intero complesso dopo l’acquisto della tenuta nel 1883. La singolare architettura del Borgo richiama tipologie diffusesi in Francia alla fine del diciottesimo secolo e promosse dalla borghesia illuminata nell’ambito dell’edilizia residenziale annessa a fabbricati industriali e produttivi. Lasciando invariata la dislocazione degli edifici, una mano felice ne ha ridisegnato i profili seguendo sistemi architettonici unitari al fine di caratterizzare l’intero nucleo abitativo, conferendo al borgo una peculiarità urbanistica, del tutto inconsueta nei borghi rurali toscani. Nel 1883 è stato costruito ex novo uno degli edifici mediante l’uso di una tipologia estremamente armoniosa e curata nonostante la destinazione a magazzino e ricovero animali. Pietro Emilio vi affisse una lapide per elogiare i contadini per la qualità del loro lavoro, promettendo che “mangiate ognuno in tutte le feste dell’anno il pollo grasso ed anche il coniglio condito col lardo fresco del vostro maialino”
L’antico percorso delle carrozze lambisce l’abitato e conduce alla Villa fermandosi sulla Piazza del Borgo, sulla quale il fattore vigilava grazie ad un’originale sistema di specchi che si riflettevano tra loro. Lungo il percorso si incontrano l’edificio adibito a residenza che ospitava l’antica canonica con la chiesa adiacente, il piccolo mausoleo, la cappella e il cimitero dedicato alla famiglia Incontri di Volterra . L’accesso al Borgo, alla Villa e ai percorsi interni è individuato da pilastri in laterizio sormontati da sfere in alabastro, provenienti dalle cave che gli Incontri possedevano nella tenuta.
Il borgo medioevale vanta una superficie di mq 8.350 complessivi ed è situato sulla sommità di una collina circondata da 43 ettari tra bosco, seminativo e grande uliveta in produzione. E’composto da cinque grandi ed articolati edifici: Villa (palazzo principale con chiostra centrale) su tre livelli + cantine per un totale di 5.000 mq; Case del borgo, chiesa e mausoleo per un totale di 1.850 mq; Grande casolare e vari annessi per un totale di 1.350 mq e Casa delle granaglie e degli animali 150 mq.
La Zona:
L’Alta Val di Cecina, costituita dai territori comunali di Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, Pomarance e Volterra, è delimitata ad ovest dalla Val di Cornia, a nord dalla Val d’Era, ad est dall’Alta Val d’Elsa e a sud dalle Colline Metallifere. Essa dispone di un ricco patrimonio di beni storici, artistici, archeologici e paesaggistici quasi da costituire un “unicum”in Toscana, tanto da ispirare artisti quali Stendhal, Lawrence, D’Annunzio e Cassola.
La Val di Cecina evidenzia una ricca varietà di paesaggi che vanno dalle Colline Metallifere alle aree boschive come le Riserve naturali di Berignone-Tatti e Monterufoli, dalla macchia mediterranea al paesaggio delle “colline volterrane”costituito da balze e poggi dal dolce declivio.
La Storia:
Si deve a Ottaviano Belforti la costruzione della pianta meridionale della Fortezza, soprattutto la torre fatta edificare dal Duca d’Atene Gualtieri VI di Brenne, localmente nota come “Femmina” da cui è possibile dominare la città di Volterra. Il successore di Ottaviano fu il figlio Paolo detto Bocchino, che governò come un tiranno e si alienò la fiducia dei cittadini volterrani e soprattutto dell’alleata Firenze. Perso l’appoggio dei fiorentini, Bocchino tentò di vendere la città ai pisani per 32.000 fiorini ma il popolo insorse e tentò di linciarlo e, dopo un processo sommario, venne decapitato sulle scale del Palazzo dei Priori il 10 ottobre 1361.
Con ogni probabilità nel 1361 gli Incontri contribuiscono attivamente alla sconfitta dei Belforti, tiranni di Volterra, impadronendosi del complesso composto dal borgo con fattoria conservandone la proprietà fino al 1883.